In questo momento di grande difficoltà il pensiero dell’ANFE (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati) corre verso i nostri connazionali all’estero che si ritrovano intrappolati in “protocolli di sicurezza per i trasporti” attuati nei diversi Paesi che hanno iniziato – con qualche settimana di ritardo rispetto all’Italia – ad attuare misure per il contenimento del contagio da Covid-19. Nelle scorse settimane tutti hanno guardato al modello Italia giudicando eccessive le misure restrittive, per trovarsi a doverle attuare in copia a distanza d’un paio di settimane.
Ovviamente la situazione è di piena emergenza e, come già riportato in un nostro articolo del 19 marzo, l’Unità di crisi della Farnesina è a lavoro per gestire al meglio i rientri dei nostri connazionali. Numerose segnalazioni ci arrivano dalle sedi estere dell’ANFE e dai nostri associati da ogni parte del mondo, per chiedere notizie e assistenza onde meglio informare i nostri connazionali all’estero. Per alcuni casi ci viene anche chiesto supporto nella prenotazione di biglietti aerei per il rientro in Italia.
Proprio sull’argomento biglietti e voli di rientro ci aspettiamo un intervento significativo della nostra Compagnia di bandiera che, fresca di “nazionalizzazione” con disponibilità di fondi per 600 mln, è già all’opera da diversi giorni, di concerto con le istituzioni, per riportare a casa i nostri connazionali. È di venerdì 20 marzo l’articolo su Repubblica, a firma di Alessandra Ziniti, che titola “Coronavirus, la lotteria del rientro per gli italiani all’estero” – Bloccati ancora a centinaia in Spagna. La denuncia: “L’Ambasciata ci dice di metterci davanti al sito Alitalia e provare ad aggiudicarci un posto online, ma è impossibile”. Appelli anche da Santo Domingo, Senegal e Marocco. Mentre è sabato 21 marzo l’articolo de Il Giornale, a firma di Francesca Bernasconi, che titola “Gli italiani all’estero ai tempi del coronavirus” – Le difficoltà dei cittadini italiani all’estero di rientrare in patria: dalle frontiere chiuse al traffico aereo sospeso o ridotto. Nel pezzo si legge: “Tuttavia, sono arrivate segnalazioni da parte di studenti in difficoltà: telefoni che squillano senza risposta, proposte di biglietti aerei costosissimi e voli di rimpatrio proposti e poi cancellati.”
Alitalia ha messo in campo dei voli speciali per il rientro dei nostri connazionali ed attualmente, si legge nel sito del Ministero degli Esteri, i voli e le compagnie che li effettuano possono essere consultati al link https://www.esteri.it/voli-speciali-per-il-rientro-dei-connazionali.html. Vi si riporta che i voli speciali operati da Alitalia sono: dalla Francia tre voli al giorno, tre dalla Germania, due dagli USA e cinque dall’Inghilterra mentre dalla Spagna, che vede un’impennata dei contagi, vengono operati solo due voli giornalieri. La compagnia Neos opera un solo volo giornaliero dal Marocco, uno da Capo Verde ed un unico volo dall’Argentina disponibile solamente a partire da lunedì 23 marzo. Per chi invece, ad esempio, volesse aiutare un proprio familiare a rientrare dal Brasile, il volo di oggi, domenica 22 marzo, è disponibile sul sito Alitalia alla modica cifra di 2.171,95 euro.
È in questo momento straordinario che ci aspettiamo risposte straordinarie; è questo momento straordinario che migliaia di volontari stanno facendo del loro meglio al fianco delle istituzioni e dei cittadini; è in questo momento straordinario che migliaia di operatori del SSN stanno dando più di quanto nelle loro possibilità ed è in questo momento straordinario che ci aspettiamo dalla nostra Compagnia di bandiera risposte straordinarie!
Non è il momento delle critiche e la nostra nota non muove in tal senso. Vuole invece essere uno sprone a far meglio. Il nostro appello, come Associazione e come cittadini italiani, va al nuovo amministratore generale dell’Alitalia Giancarlo Zeni ed al commissario straordinario Giuseppe Leogrande affinché si possano applicare prezzi ridotti quasi simbolici, per tutti gli italiani che debbono rientrare in Italia fino a quando il Governo non dichiari la fine del periodo di emergenza.
Riteniamo infatti che in una situazione di emergenza, quale quella che stiamo vivendo, ritornare a casa sia un diritto e non l’usufruire di un “servizio”. Auspichiamo quindi che i vertici di Alitalia accolgano il nostro appello e mettano in campo ogni sforzo al fine di far meglio e di più, di dare il massimo, come sta facendo la maggior parte degli italiani, ciascuno nel proprio ruolo. È in momenti come questi che dobbiamo sentirci orgogliosi di essere italiani, così come vogliamo esserlo della nostra Compagnia di bandiera.
Roma, 22 marzo 2020zv
foto da sito viaggiamo.it