L’Africa conta oggi 2.270 contagiati e 61 deceduti con o per il coronavirus. In testa a questa triste classifica c’è il Sud Africa con 709 casi, segue l’Egitto con 402, l’Algeria con 264, il Marocco con 170, la Tunisia e il Burkina Faso con 114”.
La Tunisia, per ora è riuscita a contenere il diffondersi del virus grazie all’esperienza italiana. Il Presidente Kaïs Saied ha telefonato al Presidente Mattarella offrendo piena disponibilità per l’invio di tecnici tunisini per uno scambio di esperienze per combattere il Coronavirus.
Compone questo quadro Sandro Fratini, a lungo dirigente delle Camere di Commercio italiane in Tunisia e Africa, attualmente vice presidente dell’ANFE Tunisia.
“Più nel particolare la Tunisia – aggiunge Fratini – anche se leggermente in ritardo, ha adottato da subito le misure prese dall’Italia, instaurando un coprifuoco dalle 18:00 alle 6:00 del mattino e un attento confinamento di giorno, facendo scendere sulle strade l’esercito per un migliore controllo del territorio. Anche se la Tunisia come molti altri Paesi Africani, nel caso esploda la propagazione del virus, difficilmente potrà far fronte alle cure dei malati, si è cercato di potenziare la ricettività delle capacità di terapia intensiva e rianimazione, raggiungendo una previsione sui settecento posti letto in emergenza. La comunità italiana, sollecitata in buona maniera dall’Ambasciata in Tunisia, sta rispettando le regole imposte dal Governo, non nascondendo una certa preoccupazione”. “Per quanto attiene alla solidarietà – conclude Fratini – la Camera di Commercio Italo Tunisina si è da subito attivata per raccogliere fondi da parte degli imprenditori a favore del Ministero della Sanità tunisino per acquisto di attrezzature per gli ospedali. Molte aziende del settore tessile si sono rese disponibili per convertire la loro produzione per la realizzazione di mascherine di protezione, altre hanno contribuito con importanti donazioni. Aggiungo, inoltre, che la maggior preoccupazione riscontrata da parte degli imprenditori italiani, riguarda la situazione economica del Paese: per il mese di marzo tutti faranno fede all’impegno di mantenere posti di lavoro e salari, ma da aprile non sappiamo cosa può succedere”
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