Un popolo di 500 mila persone
Un fenomeno che raramente balza agli onori della cronaca e che viene ottimamente analizzato da un dossier de la Repubblica, diventando anche l’argomento centrale di un’intervista radiofonica al nostro direttore Gaetano Calà. Stiamo parlando del fenomeno degli italiani che vivono da irregolari negli Stati Uniti, ma anche in Argentina, Australia, Germania, Inghilterra e, più recentemente, anche in alcuni stati africani, come Mozambico e Angola.
Una vera popolazione, composta da 500 mila persone senza permesso di soggiorno (quando si tratta di Paesi fuori dall’Europa), che si arrangiano come possono e vivono senza diritti e con il rischio costante di essere rispediti in Italia.
Storie di emarginazione, raramente rese note, che la crisi europea in generale e italiana in particolare rende numericamente ogni giorno più importanti ma che – almeno fino a oggi – non hanno suscitato l’attenzione della nostra politica, anche se il fenomeno è ampiamente noto. Già nel 2012, durante un’audizione al Senato, l’Anfe aveva espresso con chiarezza i termini della questione, sottolineando – tra l’altro – quanto si rendesse di capitale importanza un’azione congiunta tra strutture politiche, rete consolare e mondo delle associazioni.