In memoria di Rita Lodico – nata il 18 Dicembre 1927 – deceduta il 2 Agosto 2018 a Caltanissetta
Assistente Sociale – Presidente provinciale dell’ANFE di Caltanissetta
“La mia generazione,quella degli attuali sessantenni, ha radici che, considerati i progressi e regressi galoppanti dell’umanità degli ultimi tempi , affonda le sue radici nel secolo risorgimentale con nonni nati alla fine del XIX secolo e padri nati nei primi del XX secolo. Veniamo da un altro tempo ma siamo nati, pur tuttavia, con la televisione.
Mia Zia Rita era una giovane donna che, pur figlia di quel tempo ,di una famiglia antica con otto tra fratelli e sorelle, riusci a compiere una vera rivoluzione nel campo dell’assistenza sociale nella nostra citta. Subito dopo la guerra convinse i genitori ad andare a studiare servizio sociale, lei diplomata maestra, nientemeno che a Trento, la migliore università (ancor oggi del resto) nel campo delle conoscenze sociologiche e di servizio sociale. Pensate che negli anni quaranta questo concetto laico e moderno era del tutto sconosciuto in Sicilia che viveva soltanto dell’aiuto, anzi della carità della chiesa, attraverso le ricche “ dame di carità” che donavano, in una selva di crudeli e feroci pregiudizi , un pò di aiuto a chi viveva fuori dai dettami del tempo: ragazzi da strada, ragazze madri, ladruncoli, prostitute che venivano “ nascoste negli innumerevoli conventi sparsi nel territorio. Mia zia fu tra le prime assistenti sociali formate a Trento e sicuramente una delle prime, se non la prima nella nostra città. Mosse i suoi primi passi confrontandosi , lei cattolica fervente, con l’antiquato sistema assistenziale e da allora, in oltre quarantanni di servizio, ha fatto questo con competenza, fede e bontà di animo e di cuore. Donna forte, formatasi nelle nevi delle alpi trentine, ospite non sempre compresa di parenti Bolzanini, studiava e insegnava in sperdute scuole rurali immerse nella neve,, formandosi e preparandosi nella sua missione laica sociale. E ancora coraggiosamente scelse di ritornare nella sua amata ma retrograda terra per ivi spendersi.
Insegnò anche Servizio Sociale e molti e molte sue allieve oggi operano all’interno delle istituzioni pubbliche e private. Cofondatrice dell’ANFE, si occupò dell’emigrazione prima e della immigrazione poi, gestendo più di un centro e più di un progetto per aiutare nell’integrazione queste persone. Per me, oltre che una Zia affettuosa e generosa, cosi come per tutti gli altri suoi numerosi nipoti (la zia non si sposò mai,) fu anche un mentore, avviandomi verso una strada di servizio che perdura ancor oggi. Caposcuola nell’applicazione di molte tecniche di intervento sociale, girò la provincia con la sua cinquecento (spessa accompagnata dal sottoscritto), certificando lo stato di assoluto degrado delle classi più bisognose. Per me una scuola formativa come uomo e come operatore. Mia Zia si è spenta con serenità e umiltà, dimenticata da una città che non ha mai saputo né voluto valorizzare le sue migliori potenzialità umane. Ciao Zia riposa in pace nel ricordo affettuoso e riconoscente di noi tutti familiari e di quanti ti hanno conosciuto.”
Valerio Eufrate