Si tratta di una riforma che, in Italia, i comitati e le associazioni chiedono da anni. L’attuale e obsoleta legge non prevede la possibilità per i suoi cittadini che vivono lontano dal proprio luogo di residenza di poter votare a distanza, a differenza di molti altri Paesi europei che hanno risolto da tempo la questione sperimentando varie modalità tecniche
L’istanza congiunta di Giovani Democratici e A.N.F.E.
Approvare gli emendamenti
per il voto in mobilità
Lunedì 26 gennaio, la ripresa della discussione della legge elettorale e verranno affrontati gli emendamenti sul tema del diritto di voto in mobilità.
Si tratta di una riforma che i comitati e le associazioni chiedono da anni: l’Italia, ancorata ad una legge del 1957 che non è stata mai più aggiornata, non prevede la possibilità per i suoi cittadini che vivono lontano dal proprio luogo di residenza di poter votare a distanza, a differenza di molti altri Paesi europei che hanno risolto da tempo la questione sperimentando varie modalità tecniche.
I senatori hanno depositato due emendamenti che rispondono a queste esigenze. Sono entrambi del PD: uno del senatore Roberto Cociancich, che permetterà ai cittadini italiani che si trovano temporaneamente all’estero, studenti Erasmus in testa, di poter votare per corrispondenza nella circoscrizione Estero; l’altro del senatore Francesco Russo, che consentirà ai cittadini che sono domiciliati in Italia, ma in una città che si trova fuori dalla propria regione di residenza, di votare in un seggio speciale presso le Prefetture.
La partecipazione alla vita pubblica, soprattutto dei giovani
“I Giovani Democratici – scrivono i GD in un comunicato – propugnano da più anni l’introduzione del voto in mobilità nell’ordinamento italiano. Su questa proposta abbiamo mobilitato la nostra organizzazione, che sta raccogliendo firme a sostegno in tutta Italia. La riforma della legge elettorale costituisce l’occasione ideale per procedere a rendere effettivo il diritto di voto per centinaia di migliaia di giovani italiani. Gli emendamenti Russo e Cociancich e l’impegno profuso dall’Intergruppo dei giovani parlamentari stanno lì a significarlo. Confidiamo che il Governo e il Parlamento, uniti nello sforzo di guadagnare al Paese riforme tanto attese, segnino un punto di grande rilevanza per le ragazze e i ragazzi italiani e le loro possibilità di partecipazione alla vita pubblica”.
Il Governo mantenga gli impegni
“Chiediamo al Governo di rispettare i solenni impegni presi alla Camera a Marzo scorso quando il Ministro Boschi bocciò l’emendamento per il voto in mobilità ma promise che al Senato il Governo avrebbe approntato le modifiche necessarie per mettere la legge elettorale italiana al passo con quelle degli altri paesi europei. Non approvare questo emendamento che ha l’appoggio di tutto l’arco parlamentare minerebbe fortemente la credibilità del Ministro e dello stesso Governo. Questo è il momento delle riforme ed il Governo deve dimostrare di essere in grado di realizzarle”, ha dichiarato Stefano La Barbera, presidente del Comitato Iovotofuorisede.
Sviluppare il senso di appartenenza
“Permettere di esercitare il diritto di voto a chi si trova in mobilità temporanea, è un atto che fa grande una nazione e fa sviluppare sempre di più il senso di appartenenza – aggiunge Gaetano Calà, direttore nazionale di ANFE – In tempi dove i tassi migratori, da sud a nord e fuori dalla Nazione, sono in forte aumento, sicuramente non per colpa degli italiani, sarebbe un atto di grande civiltà che permetterebbe di mantenere forte e vivo il legame con lo Stato”.
di Stefano La Barbera
Presidente del Comitato Iovotofuorisede