Sono passati ormai tre mesi da quando i 18 membri dei due pescherecci di Mazara del Vallo (8 dei quali di nazionalità italiana) sono stati bloccati in acque internazionali e detenuti presso una struttura penitenziaria di Bengasi.
Secondo le autorità libiche i due pescherecci, partiti dal porto di Mazara del Vallo, avrebbero violato le acque di esclusiva pertinenza economica della Libia, sebbene tale rivendicazione non trovi alcun riconoscimento da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Uniti.
Per tale vicenda anche l’ANFE esprime profonda preoccupazione per i 18 pescatori trattenuti ormai da troppi giorni e lancia un appello al Ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio:
“Una vicenda intollerabile – afferma il presidente nazionale dell’ANFE, Paolo Genco – che ci lascia ancora col fiato sospeso. Dal primo settembre tutta l’Italia attende invano il ritorno degli otto connazionali e degli altri membri dell’equipaggio. Consapevoli che la mediazione politica possa non essere semplice, chiediamo a gran voce a tutto l’esecutivo e in particolare al Ministro degli Esteri Di Maio di non abbassare la guardia e soprattutto di tener fede all’impegno preso con le famiglie dei pescatori che attendono con ansia il ritorno dei propri uomini. Confidiamo che il Governo adotti presto un provvedimento volto a porre fine a una ingiusta detenzione che ha già ampiamente violato il più inviolabile dei diritti umani, la libertà personale”.
foto rainews.it
Ufficio Stampa ANFE
Rossella Catalano