L’ANFE risponde al grido d’aiuto delle spose bambine
Parte dalla Sicilia la campagna contro i matrimoni forzati delle spose bambine, a cui l’A.N.F.E. si è recentemente unita, concedendo il proprio patrocinio e diffondere la campagna tramite la rete A.N.F.E. nel mondo.
Ideata dalla sociologa Giorgia Butera, con la collaborazione della fotografa e grafica Alessandra Lucca, dell’esperta di Medioriente Valentina Polini e della fotoreporter Federica Simeoli, la campagna è stata subito appoggiata dall’Onu Italia.
Grazie ad una diffusione a macchia d’olio sui principali social network “Sono Bambina, non una Sposa” è ormai un grido congiunto da parte di associazioni, enti, istituzioni e liberi cittadini contro la piaga dei matrimoni precoci e delle spose bambine.
Il Presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, ha inviato una lettera di Encomio. I complimenti sono arrivati dalla Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini.
Nel 2013 nei Paesi in via di sviluppo una bambina ogni 3 si sposa prima dei 18 anni, 1 su 9 e costretta a sposarsi addirittura prima dei 15. Le bambine prive di istruzione hanno il triplo di probabilità in più di sposarsi prima dei 18 anni rispetto a quelle con livello di istruzione secondario o più alto. Nei 4 Paesi in cui i matrimoni precoci sono più diffusi – Niger, Chad, Bangladesh e Guinea – oltre il 60% delle ragazzine prima dei 18 anni è sposata. Le figlie di madri giovani analfabete hanno la più altra probabilità di abbandonare la scuola, sposarsi giovani e ricadere nella povertà.
Stiamo assistendo a spose bambine dell’età di 8 anni.
Circa 70 milioni di donne nel mondo in via di sviluppo (esclusa Cina) tra i 20 e i 24 anni, oltre una su tre, si sono sposate prima dei 18 anni. Se la tendenza attuale proseguirà, entro il 2020, 142 milioni di bambine si sposeranno prima di aver compiuto 18 anni. Parliamo di 14,2 milioni di bambine sposate ogni anno, vale a dire 37.000 ogni giorno. Almeno 50 mila ragazze tra i 15 e i 19 anni muoiono a causa di complicazioni durante la gravidanza e il parto. Inoltre, se una madre ha meno di 18 anni, il rischio che il suo bambino muoia nel primo anno di vita è del 60% più alto di uno nato di una donna che ha superato i 19 anni.
Si calcola che ogni giorno, nei paesi in via di sviluppo, circa 20 mila ragazze sotto i 18 anni partoriscono, ossia 7,3 milioni all’anno. Di queste circa 2 milioni hanno meno di 15 anni. Se si includono tutte le gravidanze, anche quelle che non arrivano al parto, il numero è molto più alto. Perché il corpo di una bambina non è pronto ad affrontare uno sforzo simile. Così, ogni anno muoiono 70 mila adolescenti che per complicanze legate alla gravidanza. E sono 3,2 milioni gli aborti a rischio. Il 95% delle nascite da madri adolescenti si verifica nei paesi in via di sviluppo, dove d’altronde si concentra l’88% di tutta la popolazione adolescente. Ma anche nei paesi cosiddetti sviluppati capita alle ragazze di rimanere incinta: ci sono 680 mila adolescenti madri ogni anno, la metà delle quali negli Stati Uniti.
Per maggiori informazioni è possibile visitare la pagina Facebook della campagna.